venerdì 25 luglio 2014

Aktzeichnen

Le grandi vetrate della stanza al piano terreno sono completamente oscurate da spesse tende grigie. Un gruppo di persone rimane seduta in cerchio con lo sguardo fisso. Al centro del gruppo una donna nuda. Ogni paio di minuti si gira, cambia posizione, apre le gambe, chiude le braccia, si accuccia, si gira su un lato.
Non si tratta di uno dei tanti strip clubs di Zurigo e lo spettacolo costa decisamente molto di meno. Il gruppo è composto di uomini e donne, tra i 40 e i 65 anni. Rimangono seduti in assoluto silenzio, assorti. Lunghe barbe grige e occhiali a mezzaluna, il mento leggermente sollevato, le ciglia aggrottate.
Io, l'uomo meno dotato per il disegno che Madre Terra abbia prodotto in millenni di evoluzione, sono finito nella tana del lupo: un circolo di artisti che si dedica a dipingere nudi. Due volte alla settimana, in circoli di quartiere, pagando venti franchi e mangiando panini durante le pause, questi amanti dell'arte si ritrovano per un rituale che della perversione non ha nulla. Eppure la scena è affascinante, la plasticità del corpo umano potente, le linee tridimensionali del corpo diventano linee bidimensionali sulla carta, imperfette nella riproduzione, ma a sé stanti una volte disegnate. 
Come la licenza poetica permette qualsiasi crimine contro la grammatica, l'espressione artistica sdogana l'incapacità grafica più cronica. Mantengo comunque un certo pudore dettato dal manifesto e ben giustificato complesso d'inferiorità: dopo aver finito lo gli schizzi li nascondo sotto quelli di Leticia, l'artista di famiglia, le cui immagini sono molto meno espressioniste delle mie.
Dopo aver macchiato decine di fogli di segni grossi come tronchi ed avere i polpastrelli neri di pastello e carboncino, ne elimino una buona parte e ne tengo un paio. Anche visti i sessanta secondi a disposizione per ogni posa, pensavo decisamente peggio.





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