domenica 7 ottobre 2012

Pensieri sparsi in falesia


Mentre stavo osservando la parete di roccia di fronte a me ho pensato a Walter Bonatti, di cui sto leggendo un libro proprio in questi giorni. Il pensiero mi è venuto perché tutte le vie erano tracciate usando degli spit, i chiodi ad espansione. Bonatti odiava gli spit, non avendo mai abbandonato i chiodi di ferro da piantare a colpi di martello. Per lui trapanare la roccia per metterci un chiodo ad espansione equivaleva a barare. Il suo attaccamento alla scalata classica andava oltre la prassi, era vera e propria ideologia.
Ho guardato uno ad uno tutti i pezzi della mia attrezzatura: imbrago, corda, rinvii, allonges, friends, nuts, moschettoni. Tutto il mio materiale resiste a tensione di più di 20 kilonewton, ovvero più di 200 volte il mio peso. Il materiale da arrampicata negli utlimi decenni è stato completamente rivoluzionato e così l'arrampicata stessa, che è diventata sport di massa - almeno in Svizzera.
E pensando a Bonatti e alla mia paura a finire trenta metri di roccia in completa sicurezza (grazie agli odiati spit e all'attrezzatura di cui sopra) ho anche pensato ad un articolo di Bartezzaghi in cui parlava del fatto che quando furono create le parole crociate, gli enigmisti si divisero in due categorie: quelli che accettarono di includere le parole crociate e quelli che le rifiutarono. Quest'ultimi vennero definiti "enigmisti classici". Ogni invenzione cambia in modo risoluto e spesso rivoluzionario il nostro mondo. Nulla è come prima. Ci si può opporre al cambiamento e diventare dei "classici", oppure farlo proprio.

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