martedì 16 settembre 2014

Diechterhorn


Bisognava aspettare la fine della stagione, probabilmente l'ultimo week end di alta montagna estiva per avere un cielo blu cobalto, senza ombra di nuvole, con gli aerei che tracciano sottili fili bianchi che scompaiono all'istante, senza lasciare traccia.
Il Diechterhorn sovrasta un ghiacciaio che si sta ritirando a vista d'occhio, lasciando sotto di se una lunga striscia di roccia e sassi. Rimane la parte superiore, facile e sicura, ma piuttosto ripida. L'esposizione a nord-ovest e la fine dell'estate si sentono la mattina presto sulla pelle: freddo. Ci si scalda solo camminando. Arrivati in cima al colle, il sole ci accoglie, splendente come non mai e ci accompagna sulla facile traversa sul versante esposto ad est. Un breve e facile tratto di roccia (ma è meglio evitare di cadere perché sotto c'è il vuoto) e si arriva in cima, circondati da ghiacciai e cime innevate.

 

venerdì 12 settembre 2014

Oberaarhorn



Tutte le vette sembrano inaccessibili da lontano, ma poche si revalano così facili da conquistare se comparate a quanto ardue sembrano dalla valle come l'Oberaarhorn. Il grosso della fatica è la salita per il ghiacciaio tagliato dai crepacci per arrivare fino al rifugio, così abbarbicato alla roccia che bisogna usare una scala a pioli. Mi chiedo a chi sia venuto in mente di costruirlo proprio lì. Non una brutta idea, si è in mezzo a tre ghiacciai che scendono verso le rispettive valli, ma all'epoca deve essere stato massacrante portare tutto il materiale a 3.300m.
L'ultimo pezzo dell'ascesa verso i 3.600 è molto piacevole. Non c'è bisogno di corda. Dopo un tratto di roccia si arriva su un nevaio che è bello in salita e splendido in discesa. Per la prima volta quest'estate riesco anche a vedere il panomarama, anche se - con mia grande sorpresa - i miei compagni non sanno dirmi i nomi delle cime che ci circondano. Neanche la cartina aiuta, perché tutto il lato nord è assente e verso sud si vede solo la valle che porta al Vallese. Montagne senza nome, comunque splendide.



mercoledì 10 settembre 2014

Oberalpstock



C'era uno stambecco poco sopra alla Cavadirashütte, che ci ha guardato per vari secondi prima di andarsene veloce come era arrivato. Di sole poco o niente, in compenso nuvole, ghiaccio e molta neve che continua a sciogliersi.
Il ghiacciaio Brunni è tagliato da centinaia di crepacci, alcuni piuttosto grandi, che ci costringono a procedere a zig zag. E' interessante come i crepacci non si formino in modo parallelo. Lasciano sempre un lembo di ghiaccio attaccato all'altra parte, anche se a volte bisogna avere una certa pazienza per trovarlo. Saltare crepacci profondi varie decine di metri non è proprio un'attività rilassante, ma poi ci si abitua. I crepacci che si vedono sono innocui. Quelli pericolosi sono quelli che si nascondono sotto la neve.
Come sempre quest'estate, una volta lasciato i lghiacciaio per una cinquantina di metri di dislivello di roccia e sassi, arrivati in cima al Oberalpstock, c'era solo nebbia.

Per chi sia interessato al ritirarsi dei ghiacciai consiglio questo sito che parla di un progetto artistico molto interessante: http://www.wandelzeit.ch/


lunedì 8 settembre 2014

Bristen


In quest'estate che sa d'autunno, un mezzo spiraglio di sole, un paio d'ore senza pioggia o un  cielo solo parzialmente nuvoloso sono una buona notizia.
Bristen è una cima rocciosa, sopra i tremila metri, che guarda sulla valle che connette Zurigo a Milano via Gottardo. E' una valle angusta, piuttosto scura. Per lasciarla bisogna prendere una strada che è così tortuosa che ci sono dei tornanti nelle gallerie e che costringe le macchine lunghe retromarcie quando incontrano l'autobus postale.
Dal rifugio si vede il lago dei Quattro Cantoni. La mattina abbiamo le nuvole sotto ai piedi, che in cima ci hanno raggiunto e vediamo solo bianco. Il ritorno è sotto la pioggia.