Ci
sono luoghi in cui la costruzione finisce ed inizia la distruzione. Si tratta in
genere di un processo progressivo, lento e inarrestabile. Uno di questi
luoghi è Bissau, sulla costa occidentale dell'Africa, ex-colonia
portoghese e in quanto tale vittima di una colonizzazione ottusa e
anacronistica e di una decolonizzazione troppo rapida e immediata. Bissau è una
città che ad ogni angolo fa intravedere il suo passato, senza far trasparire
nulla del suo futuro. Ci sono solo vecchi edifici che resistono a fatica
all'incedere del tempo, mentre tutto il resto - le strade, i marciapiedi, i
lampioni - ha alzato bandiera bianca e si è rassegnato a farsi coprire da uno
spesso strato di terra rossa e bellissima, che nella stagione delle piogge
(cioè più di metà dell'anno) diventa fango rosso e bellissimo, almeno se non ci
si deve camminare sopra.
La Guinea Bissau è la testimonianza vivente che
quando l'umanità riuscirà nell'impresa di autodistruggersi, la natura prenderà
il sopravvento e cancellerà ogni traccia di urbanizzazione, ad una velocità che
sorprenderà gli stessi alberi.
Nonostante l'abbandono e la crisi politica, ovvero
l'ultimo di una lunga serie di colpi di stato che si succedono con la stessa
cadenza della stagione delle piogge, Bissau è veramente bella. Bella come la
terra rossa o il fango rosso, bella come i suoi mercati di poche ed esenziali
oggetti, primo tra tutti le torce per sopperire alla mancanza di elettricità.
Bello come i tessuti ancora prodotti a mano oppure come le donne che camminano
ancora più dritte e con ancora più peso sulla testa che nel resto d'Africa.
Bissau è anche buona e ti serve nel piatto gamberoni grandi come aragoste e
pezzi di barracuda che sembrano mattoni, oltre che varie prelibatezze
portoghesi fatte di pezzi di maiale, fave e patate, forse adatte all'inverno
atlantico, ma un po' meno al clima tropicale.
Partire è sempre un po' morire, ma partire da Bissau
è un vero e proprio incubo. Per entrre all'aeroporto bisogna fare a spallate e
una volta dentro bisogna fare una fila a caso tra il check in che dice Royal
Air Maroc, Air Senegal o TAP. In realtà non conta quale si sceglie perchè c'è
praticamente solo un volo per volta e spesso, più semplicemente, solo un volo
per giorno.
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