giovedì 24 giugno 2010

Verso Panama

Mezz'ora di barca per attraversare il golfo che separa Puerto Jimenez da Golfito, un'ora in un taxi collettivo con ottima colonna sonora messa a disposizione dal tassista (Pink Floyd, Bruce Sprongsteen, Dire Straits) e si e' alla frontiera con il Panama. Una strana sensazione di sollievo mi pervade quando metto piede dall'altra parte. Per quanto bello sia il Costa Rica, manca di autenticita' e si e' sempre trattati da turisti.
La prima persona che incontro dalla parte panamense e' un uomo che si sbraccia nella mia direzione. Penso che voglia vendermi qualcosa o convncermi a prendere il suo taxi. Invece mi sta solo indicando dove si trova lo sportello dell'immigrazione, ben nascosto tra negozi e altri uffici.
A David - la seconda citta' del Panama che sembra una versione tropicale di Montebelluna - le macchine hanno le bandiere delle principali squadre di calcio del mondiale, spesso due bandiere diverese (tipo Brasile e Spagna o Argentina e Italia). Per essere la nazione che ha dato i natali a Mariano Rivera, il pitcher dei New York Yankees che e' gia' mito ancora prima di andare in pensione, non e' male. Alla stazione dei bus c'e' una folla di uomini, donne, vecchi e bambini ipnotizzati da un televisore al plasma. Lo sfondo e' verde, i giocatori sono per meta' bianchissimi e per meta' nerissimi. Camerun-Danimarca e' senza dubbio la partita piu' bella di questo mondiale, almeno fin'ora. Molte persone devono aver perso il bus o aver deciso - come me - di prendere quello dopo. Il calcio puo' essere noioso, ma quando palpita cosi' forte e' una calamita senza pari.
2-1

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