domenica 18 settembre 2011

Svizzera: un pezzo di puzzle in più


Vabbé tutti sanno che la Svizzera è un paese efficiente, fin qui nessuna novità. Ma anche se ci si aspetta che tutto funzioni alla perfezione - quando effettivamente succede - si continua a esserne stupiti, soprattutto se si è nati e cresciuti in Italia.
L'altro giorno ho fatto l'abbonamento annuale per i trasporti pubblici di Zurigo, per la modica cifra di 700 euro (efficienti sì, ma non a buon mercato). Con 20 euro ho avuto anche l'abbonamento a Mobility, il car sharing che ti permette di prendere una macchina in affitto per qualche ora, in qualsiasi parte della città e in qualsiasi momento, così che puoi evitare di comprarla.
La signora che mi ha fatto l'abbonamento mi ha detto che nel giro di due giorni mi sarebbe arrivata la tessera a casa assieme al contratto Mobility. Due giorni dopo avevo effettivamente l'abbonamento, con tanto di foto (che avevano già nel sistema). Ho anche rispedito il contratto Mobility. Ho dovuto aspettare altri due giorni per ricevere conferma che tutto era a posto.
Sono poi andato a cambiare la mia patente italiana per quella svizzera (che i ticinesi, traducendo dal francese, chiamano "permesso di condurre"). Sono arrivato alla motorizzazione con un filobus, ho camminato due minuti, ho consegnato la documentazione che mi ero scaricato da internet e dopo altri due minuti avevo finito. "Tra due giorni le arriverà la patente svizzera" mi ha detto l'impiegato. La Svizzera funziona con il sistema binario. Purtroppo in mezzo c'è un week end, ma non avrò dubbi che domani mattina, nella buca delle lettere, ci sarà una busta della motorizzazione civile.
Questo per quanto riguarda la precisione. Poi per quanto riguarda la condivisione c'è ancora qualche margine di miglioramento.
Ieri sono andato con un gruppo di gente che non conoscevo a fare un corso di roccia (multipitch per la precisione). Dopo essere saliti sulla parete accompagnati dallo scampanare di centinaia di mucche ed esserne scesi indenni, abbiamo pranzato sotto un albero. Tutti si sono messi a mangiare quello che avevano portato da casa. La guida alpina aveva solo un paio di brioches. Nessuno gli ha offerto nulla. Sarà che in un passato non tanto lontano sono stato scout, ma per me la montagna è sinonimo di condivisione di quello che ti sei portato dietro con tanta fatica: un pezzo di pane, del formaggio, quello che c'è. Qui non solo non si offre, ma tutti sono imbarazzatissimi ad accettare una semplice offerta: un pezzo di cioccolato o un biscotto.
Nel paese dell'autosufficienza c'è poco spazio per l'interdipendenza.

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