lunedì 5 novembre 2012

Bissau


Ci sono luoghi in cui la costruzione finisce ed inizia la distruzione. Si tratta in genere di un processo progressivo, lento e inarrestabile. Uno di questi luoghi è Bissau, sulla costa occidentale dell'Africa, ex-colonia portoghese e in quanto tale vittima di una colonizzazione ottusa e anacronistica e di una decolonizzazione troppo rapida e immediata. Bissau è una città che ad ogni angolo fa intravedere il suo passato, senza far trasparire nulla del suo futuro. Ci sono solo vecchi edifici che resistono a fatica all'incedere del tempo, mentre tutto il resto - le strade, i marciapiedi, i lampioni - ha alzato bandiera bianca e si è rassegnato a farsi coprire da uno spesso strato di terra rossa e bellissima, che nella stagione delle piogge (cioè più di metà dell'anno) diventa fango rosso e bellissimo, almeno se non ci si deve camminare sopra.
La Guinea Bissau è la testimonianza vivente che quando l'umanità riuscirà nell'impresa di autodistruggersi, la natura prenderà il sopravvento e cancellerà ogni traccia di urbanizzazione, ad una velocità che sorprenderà gli stessi alberi.
Nonostante l'abbandono e la crisi politica, ovvero l'ultimo di una lunga serie di colpi di stato che si succedono con la stessa cadenza della stagione delle piogge, Bissau è veramente bella. Bella come la terra rossa o il fango rosso, bella come i suoi mercati di poche ed esenziali oggetti, primo tra tutti le torce per sopperire alla mancanza di elettricità. Bello come i tessuti ancora prodotti a mano oppure come le donne che camminano ancora più dritte e con ancora più peso sulla testa che nel resto d'Africa. Bissau è anche buona e ti serve nel piatto gamberoni grandi come aragoste e pezzi di barracuda che sembrano mattoni, oltre che varie prelibatezze portoghesi fatte di pezzi di maiale, fave e patate, forse adatte all'inverno atlantico, ma un po' meno al clima tropicale.
Partire è sempre un po' morire, ma partire da Bissau è un vero e proprio incubo. Per entrre all'aeroporto bisogna fare a spallate e una volta dentro bisogna fare una fila a caso tra il check in che dice Royal Air Maroc, Air Senegal o TAP. In realtà non conta quale si sceglie perchè c'è praticamente solo un volo per volta e spesso, più semplicemente, solo un volo per giorno.

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