giovedì 26 settembre 2013

La Pampa

Tra mare e montagna non c'è scelta: montagna. Parto da Buenos Aires a fine pomeriggio. Come in un lungo travaglio, il bus ci mette ore ad uscire dall'utero urbano, fermandosi ad imbarcare i passeggeri delle periferie. Quando è pieno, il ragazzo factotum fa partire il primo di molti film che seguiranno. Saranno tutti americani, pieni di sparatorie, bombe e gli immancabili terroristi.
Mentre il ragazzo serve la cena su dei pratici vassoi, il sole si addormenta sulla pampa, la pianura più piatta e monotona al mondo. Poco dopo lo seguo, entrando in un sonno interrotto solo dalle fermate nel mezzo del nulla. Quando, dopo dodici ore di viaggio apro le tende, il paesaggio non è cambiato di una virgola. Invece di annoiarmi, l'alternarsi di campi e mucche mi ipnotizza con la sua ripetitività e non sento il tempo passare sulla mia pelle anestetizzata.
Arriva l'ora della colazione e poi del pranzo. Infine il paesaggio accenna un mutamento. Appare qualche albero, il bus ansima per le ampie curve di una salita. Con Bruce Willis che uccide un cattivo (oppure è lui stesso il cattivo) appare un immenso lago circondato da cime innevate. Buenos Aires - Bariloche in 23 ore scarse.

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