Dio è nato sull'isola del Sole nel lago Titicaca. Il suo nome è Viracocha e - secondo gli Inca - ha creato il mondo. Non è chiaro come sia potuto nascere da un posto che avrebbe dovuto creare dopo la sua nascita, ma è meglio non cercare il pelo nell'uovo. Sia come sia, il lago Titicaca, con la sua luce accecante, l'acqua blu scuro, i contorni di montagne innevate, la sua aria rarefatta e sempre pungente emana una sensazione di intensa spiritualità che non lascia indifferente nanche uno scettico e un ateo inveterato come me. Il posto è speciale, punto. Sia che uno cammini per le rive brulle e cosparse di piccoli campi terrazzati dove in questo momento i contadini stanno arando con i buoi e seminando a mano, oppure che lo si attraversi su una barca a motore lentissima, non si sa da che parte guardare. Le montagne che entrano nell'acqua disegnano curve su tutto l'orizzonte, il cielo ti avvolge, l'acqua rifrange i raggi del sole.
Titicaca è la distorsione spagnola di Titikarka, ovvero roccia del giaguaro, divinità adorata da popolazioni preincaiche, che vedevano in una roccia dell'isola più grande il profilo di un gatto (ci vuole un po' di immaginazione, ma più o meno...). Poi arrivarono gli inca con un dio molto più potente: il sole. Infine arrivarono gli spagnoli che si rubarono tutto l'oro dei templi e dimostrarono con i fatti qual era il dio più potente di tutti. Nonostante siano passati più di 500 anni dal "ravvedimento" dei popoli indigeni, il lago Titicaca rimane meta di pellegrinaggi. L'isola del sole è il pellegrinaggio obbligato di tutti i turisti che passano di qua, mentre la Vergine di Copacabana è la meta di pellegrinaggio per i fedeli che vengono a chiedere la grazia, accendendo una candela in una cappella semibuia e con il tetto che fa acqua, mentre la chiesa del seicento lì a fianco è totalmente snobbata.
Inti
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