Come il nostro Presidente del Consiglio, sono anch’io circondato da mignotte. A fianco a casa mia c’é il bar Play Boy, di fronte il club Pattaya, al lato l’Erotik Factory (che per dimensione magari non sembra proprio una fabbrica ma di sicuro un grande labratorio artigianale). Più in là c’é il Sexy Shop Discount, l’equivalente della Lidl nel campo di vibratori anali e pornografía assortita.
Il meno che si possa dire è che Zurigo non è una città moralista. Il principio è che ognuno fa quello che vuole, basta che lo faccia in silenzio, con ordine, che paghi le tasse e che metta la carta fuori dalla porta il giorno della raccolta, legata da una cordicella per evitare che si scomponga quando viene caricata sul camion (attenzione a non confondere la giornata della carta con quella del cartone!). Gli orari dela raccolta sono precisati in un comodo calendario che si può attaccare al frigo e – per chi dovesse avere deficit di concentrazione e memoria – la sera prima arriva um messaggio sul cellulare.
Langstrasse é il cuore dela zona hard. Ogni cento metri c’è un club a luci rosse. Se ci si va il sabato mattina, invece di voyeurs inquietanti che si aggirano con lunghi impermeabili grigi e l’aria circospetta come vuole la classica iconografia, si incontra un’umanità variopinta che gira per le bancarelle di oggetti usati del mercatino di Helvetiaplatz. C’è qualche appassionato d’antiquariato, un improvvisato cultore del vintage, il ragazzo in cerca di una bicicleta usata (o meglio rubata di recente). E poi c’è una maggiornaza di persone – single, in coppia, con tutta la familia – in cerca di oggetti di uso comune che costino poco. Sono gli abitanti poveri di una delle città più ricche della Svizzera, a sua volta uno dei paesi più ricchi al mondo. E’ ad Helvetiaplatz che si possono trovare sci e scarponi usati, piatti e bicchieri, ferri da stiro, strumenti musicali, giocattoli, lampade, pentole, sedie, martelli e cacciaviti. I vestiti sono stinti, le scarpe rovinate, si parla qualsiasi lingua tranne il tedesco.
“Sette Franchi? Ma se prima mi ha detto cinque?” è un uomo sulla sessantina che parla ad una donna sulla settantina, con un forte accento napoletano. “Si deve pur sopravvivere”, gli risponde lei con filosofia, aggiungendo che nel prezzo è incluso l’avvolgimento in carta da giornale e il sacchetto di plastica: un vero affare!
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