domenica 15 maggio 2011

Curve sinuose


Se dovessi disegnare un grafico dell'andamento del mio umore quando inizio a vivere in un posto nuovo, ne uscirebbe una curva perfettamente sinusoidale, qualcosa del tipo y=senx. C'è quell'eccitazione iniziale dovuta ad un mondo nuovo, con nuove regole e nuove facce, la necessità di soddisfare i bisogni primari: trovare casa, trovare un supermercato, il cinema, comprare mobili, la bicicletta, fare l'abbonamento del tram. E' la parte più dura fisicamente ma anche più facile psicologicamente, perché si obbedisce all'istinto e c'è poco da pensare, se non altro per chi ha dei gusti definiti oppure una certa tolleranza al diverso.
La curva sale e poi scende. Ma nella fase iniziale si pensa sempre che sia normale: verrà un momento di stabilità, almeno così si crede. Passano le settimane, poi i mesi e alla fine non si è più "the new kid on the block", si fa già quasi parte del paesaggio, si conoscono i tragitti di quasi tutti i tram, non si deve più chiedere agli sconosciuti dov'è quel tal posto o quel tal altro. Si iniziano anche a conoscere delle persone, a fare delle cose, magari anche una cena ogni tanto.
E poi ti ritrovi un sabato pomeriggio di tempo variabile, quello in cui la gente non scende in strada come tanti rivoli che si riversano verso il fiume, ma tende a rimanere un po' rintanata, paurosa di chissà quale evento nefasto. E poi mandi un sms, scrivi un'e-mail, un messaggio su facebook, magari un altro sms. E regolarmente ti ritorna indietro tutto come se stessi giocando contro Nadal ed attaccato c'è un "no grazie". La gente è sempre così terribilmente occupata in questa città. Bisogna programmare la vita sociale a tre mesi, come i pagamenti dei fornitori. E se qualcuno ti risponde è già un onore, perché la vera moda è semplicemente ignorare un messaggio. "You know I have to read hundreds of work e-mails per day, private messages are the last of my priorities" mi sono sentito dire senza il minimo accento di vergogna da una collega che si crede la reincarnazione di Nicole Kidman (per chi non lo sapesse la vera Nicole Kidman è tenuta sotto formalina nel museo delle cere).
E allora come passare un sabato sera di mezzo maggio, mezzo freddo e mezza pioggia? C'è una partita di tennis fenomenale e qualche rumore che viene dalla strada. E poi si può dormire. Visto che hai dormito fino a mezzogiorno e hai fatto una siesta di due ore nel pomeriggio vale la pena riposarsi un altro po'.
La domenica ti svegli alle nove e ti chiedi se qualcuno ti ha cercato, per caso o per sbaglio. Chiaramente no. Ma nel parco vicino a casa c'è un posto in cui hai sempre voluto far colazione ma che - visto che il tempo è sempre stato bello fin'ora - aveva sempre e costantemente tutti i tavoli occupati. Ma oggi il tempo è come ieri e quindi la gente rimane in casa, trincerata come se fosse la seconda guerra mondiale. Quindi c'è un tavolo libero, anzi più di uno. E la cameriera non è bella ma ha qualcosa di molto interessante ed è forse la prima donna che dà l'impressione di vederti quando ti guarda, ma forse lo fa solo per avere una mancia più generosa. Incominci un libro di seicento pagine che tanto hai tempo, e invece di deprimerti pensi che è una bella mattinata e che attorno a te c'è gente interessante (lo deduci dalle loro facce e dai loro vestiti perché chiaramente non conosci nessuno). E mentre fai una colazione tardiva ti viene in mente che vuoi andare ad arrampicare. Ti fa ancora male il polso dall'ultima volta, quando hai voluto fare Tarzan e sei caduto come una pera. Quindi prendi il telefono che nel frattempo ha ricevuto sei e-mail (tutte di lavoro) e chiami Christian con cui ti eri messo d'accordo per andare in palestra domenica. E Christian risponde e fa un po' lo stupito (si ricorda bene dell'appuntamento ma ogni volta sembra un po' sorpreso): è contento di venire. Ti dà appuntamento alle due. E così hai qualcosa da fare, anzi qualcosa che ti piace e non dovrai elemosinare attenzione o fare il brillante, perché c'è solo uno scopo finale in quello che andrai a fare: arrivare in cima il meno stanco possibile. E fa niente se lo stile lascia a desiderare e attorno a te c'è gente che sembra l'incrocio tra una scimmia e Spiderman. La battaglia è contro te stesso e basta. E gli sms e le e-mail e i messaggi facebook rimarranno nell'armadietto, chiusi con un lucchetto.

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