giovedì 14 agosto 2014

GR 20: Onda-Manganu


Sveglia alle sei dopo notte mezzo insonne a causa del vento forte e della tenda in discesa. Sono il primo a partire e l'unico a fare due tappe in un giorno. Il sentiero scende in un bosco di latifoglie che genera un'ombra quasi magica e il ruscello al fianco forma delle piccole piscine naturali. Se non fosse mattina presto mi farei un bagno. Dall'altro lato della valle sale dolcemente, quasi non sembra salita. A mezzogiorno in punto sono al rifugio Petra Piana. Continuo per Manganu credendo di avere una salita e poi una discesa. Invece il sentiero sembra voler giocare a nascondino: sale, scende, sale, scende. Attraversa le montagne in costa e non sembra finire emai. Ho perso il conto dell'altitudine, ma mi sembra di avere abbondantemente superato il dislivello preventivato. Il fondo è roccioso e spesso bisogna camminare su enormi massi oppure arrampicarsi. Niente di tecnicamente impossibile, ma i 16Kg sulle spalle mi fanno muovere come un babà alla crema.


Sul GR 20 si incontrano sempre persone, in un senso o nell'altro. Improvvisamente non si vede più nessuno. Devo essere l'ultimo ad essere partito verso nord da Petra Piana. Penso che è meglio non cadere, perché una caviglia rotta vuol dire passare la notte a 2000 m. Infine il sentiero decide di scendere, l'altimetro indica che il rifugio si sta avvicinando. Sono in ritardo di circa un'ora rispetto alle previsione, ma sono ancora le cinque di pomeriggio e il tempo è bello.
Il rifugio Manganu è meglio di Onda, ma alla doccia c'è una fila interminabile. Vado a lavarmi al torrente, tanto l'acqua è la stessa. Dopo una birra al sole faccio l'inventario dei miei muscoli. Tutti presenti dopo i 1.600 m di salita e i 1.500 di discesa in dieci ore. Domani si riparte.

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