domenica 17 agosto 2014

GR 20: Tighjiettu-Carrozzu


E' buio pesto quando mi sveglio. Alla luce della lampada frontale preparo la colazione, mi incerotto i piedi, rifaccio lo zaino e parto. Il mio orologio segna le 6.01. I primi passi sono massacranti. Inizio a dubitare di poter fare le due tappe che mi aspettano, tra le più difficuli del GR 20. Poi il motore si scalda e procedo spedito. Nonostante il terreno impervio e lo zaino, salgo 500 m in un'ora e arrivo presto al punto più difficile - il cosiddetto Cercle de la Solitude. Il posto è reso più spettacolare e tetro da nuvole dense e basse e da un vento fortissimo che rischia di farti cadere ad ogni passo. Ci sono pezzi di secondo e terzo grado, delle catene fisse e un bello strapiombo sotto i piedi. Con zaino e scarponi è un passaggio che è meglio non fare da ubriachi.


Passato indenne il Cercle de la Solitude, la discesa su Asco è piuttosto piacevole. Arrivo in valle poco prima delle 11. Mezz'ora per fare il pieno di ottimo carburante (salame di cinghiale e formaggio di pecora) e poi via di nuovo per un sentiero che sale ripido. La coppia di gitanti davanti a me sale a balzi felini. Io avanzo con il passo lento e regolare di un carro armato. Dopo mezz'ora sembrano sfatti e non li rivedrò più.
Il sentiero sale ripido e spesso bisogna usare le mani per arrampicarsi. C'è vento ed il cielo sempra un mare di asfalto. Ringrazio il dio della montagna per mantenere le rocce asciutte. Scendere sui lastroni bagnati sarebbe uno sport estremo.
Dopo un po' trovo un laghetto di montagna. Non resisto alla tentazione di buttarmi, anche se il bagno dura un battito di ciglia perché l'acqua è gelata. Mi conforto mangiando il formaggio di pecora con un pane che ha la forma dell'archetipo del pane (quello della pubblicità della Nutella per intenderci). Riprendo la discesa e le gambe si fanno pesanti. Non si rifiutano di scendere, ma riducono sensibilmente la velocità. Inizio ad odiare i lastroni interminabili.
La valle è piuttosto inquietante, stretta e profonda, sembra sia stata tagliata con il flessibile dal torrente che scende alla mia destra. La valle è attraversata da un ponte sospespo nel vuoto, vibra e balla che è un piacere, ma in pochi minuti sono al rifugio.
Oggi ho camminato per nove ore, per 1.550 m di salita e 1.860 m di discesa.


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