mercoledì 22 settembre 2010
Brasilia: il presente della cittá del futuro
Bisogna essere dei megalomani incalliti per pensare di creare una cittá dal nulla. Bisogna essere dei visionari senza paura se quella cittá é la capitale del quarto stato piú grande al mondo. Nel 1958, quando fu lanciato il concorso per la sua costruzione, Brasilia era l´incrocio tra due strade sterrate. Attorno il nulla. Pochi anni dopo, su disegno di Lucio Costa, una cittá enorme si sviluppava aprendo le ali a forma di aeroplano. Costa deve aver studiato Marinetti da giovane, perché i simboli del futurismo sono ovunque. Non solo la pianta della cittá e´ un aereo, ma il trasporto e la viabilitá (la velocitá) sono al centro di tutto. L´incrocio tra le due linee principali - la fusoliera e le ali - invece di essere una grande piazza é...la stazione degli autobus. Non é colpa di Costa, ma nessuno - piccolo particolare - ha pensato di creare un posto in cui lasciare i bagagli. Per di piú, nessuno tra le persone a cui ho chiesto - le piú stronze di tutto il Brasile - ha accettato di tenermi lo zaino per qualche ora. Risultato, la visita lampo degli edifici costruiti da Oscar Niemeier é stata fatta zaino in spalla, percorrendo l´asse principale sotto il sole. Biblioteca nazionale, museo nazionale, basilica, ministero degli esteri, parlamento, Niemeir ha costruito tutto quello che era costruibile. Alcune edifici sembrano usciti da Futurama (oppure, piú probabile, Futurama li ha copiati), altri sono piú sobri e bilanciati, con qualche riferimento classico.
Tutto sommato, per quel poco che sono riuscito a vedere, Brasilia é stata comunque pensata bene e sembra una cittá vivibile, piena di verde. Costa si é comunque dimenticato di un piccolo particolare, un essere chiamato uomo, che sembra piú uno spettatore della cittá che colui che ci vive.
Brion
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