sabato 15 gennaio 2011

Habemus casam


Martastrasse 114, 8042 Zurich. L'indirizzo è un po' freddo, ma questo sarà il posto che chiamerò casa per un po' di tempo (mesi? anni?). E' la prima casa non ammobiliata in cui vivrò, segnale ineluttabile che sto diventando grande. Ci entrerò il primo febbraio, il giorno del mio compleanno, rispettando la tradizione che voleva che iniziassi o finissi una missione (Etiopia, Tunisia).
Ho superato la selezione degli affamati di casa, ho vinto la lotteria tra la massa di quelli che volevano abitarci. Ho corrotto l'inquilina che ci abitava in cambio di facili risate ottenute con gesti e parole da guignol: mi ha raccomandato all'agenzia. Il mio contratto di lavoro ha fatto il resto. In fondo sono una persona più che rispettabile. Quando mi metto in giacca e cravatta mi verrebbe voglia di votare per me stesso alle elezioni. Mi metto raramente la giacca e quasi mai la cravatta. Ho poche possibilità di eleggermi.
Le stanze avrebbero forse visto facce più felici, forse più tristi, ma vedranno la mia. Adesso devo trovare dei mobili, dei soprammobili, dei sopra-soprammobili, degli inner-mobili. Dovrò svuotare la cantina di mio padre di palle di vetro comprate ad Hebron, ceramiche tunisine, tessuti boliviani e portare tutti i miei viaggi in soggiorno a tenermi compagnia mentre leggo un libro in ciabatte (di goretex).

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