sabato 10 aprile 2010

Antigua

La Antigua e' un piccolo gioiellino di architettura coloniale, strade perpendicolari, chiese barocche (quasi tutte semi-distrutte da vari terremoti), giardini interni. La ciliegina e' il Parque Central, dove la gente sta seduta all'ombra, legge, parla o si fa lucidare le scarpe. Antigua e' anche un piccolo miracolo di integrazione di turismo indipendente, scuole di lingua e immigranti di lusso occidentali, in una dimensione locale in cui le contraddizioni disaggreganti del Guatemala (distribuzione iniqua della ricchezza, divisione sociale tra i ladinos e gli indigeni) sono meno apparenti, o per lo meno molto ben nascoste. Sorprendente che Antigua possa mantenere la sua apparenza di piccolo paradiso terrestre a solo 45 minuti dal piccolo mostro di Guatmala City, una Mexico City in miniatura.
Come nel resto del paese, anche ad Antigua la religiosita' traspira da ogni angolo di strada. Le chiese stanno ora tornando alla normalita' dopo la sbronza di processioni e messe della Pasqua appena passata. La chiesa piu' frequentata e' quella di Hermano Pedro, un monaco Francescano che ha costruito un'ospizio per i poveri ed e' stato beatificato. La sua tomba e' meta di pellegrinaggio per cui chiede una grazia e la parete della chiesa e' coperta di ex voto. C'e' un libro in cui si puo' scrivere la propria richiesta. Sbirciando tra le righe leggo che un signore chiede aiuto per "triunfar en los Estados Unidos". Gli auguro, se non proprio un trionfo, almeno un po' di fortuna, che venga da Hermano Pedro o da altre fonti.
Oltre a passeggiare per chiese, ieri ho deciso di iscrivermi a un piccola gita, in direzione del vulcano attivo di Pacaya (da non confondere con Pataya, il paradiso del turismo sessuale Thailandese). La gita e' stata uno spaccato di sociologia del turismo. C'era l'immancabile gruppetto di Israeliani che se ne fragano di tutto e non ascoltano nessuno (con il risultato che si ritrovano dopo il tramonto senza pila e senza maglioni a morire di freddo e a camminare nel buio), c'e' l'americano super-equipaggiato che si fa il caffe' riscaldando l'acqua sul cratere del vulcano, c'e' la coppia inglese che e' partita da Buenos Aires sei mesi fa e fa un resoconto dettagliato di tutto il viaggio in 45 minuti, c'e' la svizzera che ha lasciato il lavoro per viaggiare finche' le durano i soldi, ci sono due francesini di buona famiglia che si sono presi una pausa dalla loro vacanza-studio in Messico per vedere il Guatemala e c'e' l'italiano pseudo-avventuriero che sta testando le sue nuove scarpe da trekking per vedere se resisteranno a prove piu' dure. Alla fine della gita c'e' un po' di malumore, perche' purtroppo il vulcano non ha eruttato lapilli e lava, cosa che era successa il giorno prima. Un vero peccato essere scampati a morte per pioggia di sassi incandescenti.
Trekker

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