giovedì 8 luglio 2010

Calciando verso la capitale

A San Gil, sulle dolci montagne tra Bucaramanga e Bogota, la guerra e' lontana anni luce. Qui vengono i cittadini a respirare aria pura nei week end. A mezz'oretta di bus c'e' Barichara dove ci si aspetta di veder passare da un momento all'altro Clint Eastwood (in versione attore) con il suo cappello da cow boy e l'espressione corrucciata(l'altra espressione che sa fare e' "lo sguardo intenso"). Tutto il paese sembra un set Hollywoodiano ed effettivamente stanno girando un film in costume: cavalli, carri, donne con vestiti lunghi e uomini in uniforme. Le stradine a scacchiera, le case bianche e le chiese con i tetti di legno e calce sembrano quasi finti.
Il viaggio per Bogota' comincia il giorno dopo su una buseta che parte quando e' piena. Dopo mezz'ora la prima coda di macchine bloccate da tre autogru che stanno tentando di sollevare un bus finito in una scarpata la notte prima. Il viaggio sembra interminabile e l'autista si ferma due ore dopo la partenza "per fare colazione". La cosa sembra strana, ma quando vedo giocatori in maglia blu (Brasile) e maglia arancione (Olanda), il mistero e' spiegato. Il mondiale riesce a cambiare anche gli orari dei bus. Il risultato e' ormai storia, per il disappunto di tutti i presenti tranne me (l'Olanda mi sta simpatica).
Il bus arriva alla Terminal giusto in tempo per vedere un gruppo di persone urlare e contorcersi in tutte le direzioni. La massa di gente nasconde uno schermo verde che rimanda immagini di un giocatore con maglia bianca e blu che para un tiro con la mano. Il giocatore non e' un portiere e viene espulso. Riesco a capire che siamo all'ultimo minuto del secondo tempo supplementare. Se il Gana segna passa in semifinale. Il giocatore con il numero 3 prende il pallone, guarda il portiere. Deve pensare troppo prima di tirare il rigore. Deve pensare che sarebbe la prima volta che porta una squadra africana alle semifinali, deve pensare che il portiere forse ha indovinato dove tira, oppure alla disperazione di milioni di persone se dovesse tirarlo fuori. Il pallone parte dal suo piede e sfiora la traversa, poi vola verso il cielo.
Guardo i rigori tra Gana e Uruguay mangiando pollo arrosto (l'unico modo per penetrare la calca di uomini vocianti che assiepa il ristorante con televisione). Una coppia di anziani e' seduta sotto la televisione e guarda in direzione della massa di gente che commenta ogni gesto dei giocatori: "este se esta cagando" oppure "mira que tiene miedo" o ancora "esta la va a poner hijo 'e puta". L'Uruguay vince, il Gana perde. La gente esulta come se avesse vinto la Colombia poi in tre secondi il posto si svuota. Rimango solo io, la mia coscia di pollo e la coppia di anziani che non ha cambiato espressione (sospetto siano statue di cera).
Roby Baggio

Nessun commento:

Posta un commento