mercoledì 7 luglio 2010

Verso San Gil

Sedie a dondolo, un patio nella penombra, gente seduta in strada, ragazzini che si fanno trasportare dalla corrente del fiume, porte e finestre aperte sulla via, biciclette e motorini, la piazza con gente seduta ai tavolini in attesa di mangiare ai baracchini bevendo succhi di frutta fresca appena fatti. Mompox e' stata una fiorente citta' commerciale per il trasporto fluviale dal porto di Cartagena verso l'interno della colonia. Di quell'epoca sono le case e le chiese colorate. Poi la via commerciale cambio' e Mompox torno' ad essere un tranquillo paese dove non ci sono rumori (solo note di vallenato) e dove le case sono case e non si sono ancora trasformate in negozi di souvenirs, ristoranti o sale d'esposizione. Mompox e' cosi' bella e prepotentemente autentica che ci si commuove camminando per le sue strade.
La lascio su un pullmino che fa il giro di mezzo paese (e delle campagne limitrofe) per imbarcare passeggeri. Per passare un ramo del rio Magdalena si prende una chiatta trainata da una barca che ha qualche problema di propulsione e rischia di essere trascinata via dal fiume.
In un posto molto anonimo chiamato el Banco prendo un bus extralusso per Bucaramanga per un viaggio che dovrebbe durare sei ore e invece ne dura otto (tra pezzi di strada sterrata, lavori in corso e problemi meccanici) cosi' divise: 3 ore di salsa, 4 ore di vallenato (molto apprezzato dai passeggeri che a piu' riprese cantavano tutti in coro i ritornelli) e 1 ora di merengue e reggaeton.
In viaggio dalle sei di mattina, decido di fare un ultimo sforzo prendendo il bus che da Bucaramanga (la citta' in cui facevo parapendio) mi porta a San Gil. Cala la notte, la strada si fa tortuosa e l'autista sembra non usare mai i freni. Un uomo si alza dal suo posto con una bambina in braccio. Dice di essere stato minacciato da un grupo armato e sta scappando verso una citta' piu' sicura assieme alla sua famiglia. Chiede un po' di soldi per dar da mangiare a sua figlia.
Quando lavoravo a Saravena ho pagato decine du biglietti a famiglie che scappavano da una minaccia spesso molto concreta, se non gia' compiuta. Dovevo studiare la via d'uscita per essere sicuro che passassero da una strada non controllata dal gruppo in questione. Ne ho mandati molti per Bucaramanga verso Bogota', esattamente nello stesso bus in cui sono ora.
Catarsi

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