giovedì 1 luglio 2010

La india bonita

Sono tornato a casa. Dopo cinque anni d'assenza, quasi per caso, sono tornato in Colombia, il posto in cui ho vissuto i dodici mesi piu' lunghi, difficili, estenuanti, intensi e drammatici della mia vita: la guerra, gli sfollati, il caldo, le strade sfasciate, la musica llanera, la zuppa di maiale per colazione, le famiglie dei desaparecidos e quelle dei sequestrati. Ho vissuto per un anno come se fosse l'ultimo, lavorando come un mulo, percorrendo le campagne, incontrando gente di tutti i tipi: militari, guerriglieri, medici, paramilitari, defensores del pueblo. Una fatica tremenda per risultati che sembrano sconfitte, come poter dire ad una madre che suo figlio e' morto, non e' piu' il caso di aspettare il suo ritorno.
La Colombia non ti lascia mai, ti entra sotto pelle, rimane con te anche quando non ci sei, anche quando vivi altrove. Quando ci torni e' come mangiare un pasto caldo dopo aver sofferto il freddo. E' un posto che piace anche quando e' brutto, una magia inspiegabile.
Ho ritrovato Cartagena piu' bella di quando l'avevo lasciata. Non so se sia stato un lifting o il fatto che ora riesco ad apprezzarla da turista vero e non da umanitario in burn out che viene a ricaricare le batterie tra una fase di superlavoro e l'altra. Adesso passeggiare per le strade tra stupende case coloniali e' piu' leggero, anche se i ricordi si accastellano in successione, uno dopo l'altro.
Per sfuggire alla melancolia ho deciso di fare il turista piu' turista che c'e', prendendo un tour organizzato per andare in un posto che avrei potuto raggiungere da solo: il vulcano Totumo. Invece dei 3800 metri del Cerro Ciripo', il vulcano Totumo ne misura 28. Non e' formato di roccia vulcanica ma e' solo un cono di fango. In cima c'e' una piccola pozza di 3 metri per 3 piena di fango densissimo. Fa un po' schifo entrarci, ma una volta dentro non si vuole piu' uscire, e' come fare il bagno nello yogurt ed e' impossibile andare a fondo.
A Cartagena ho ritrovato la musica colombiana, ho riascoltato le canzoni del mio ipod in un paio di sortite notturne con una compagna d'ostello canadese anche lei patita di salsa e merengue. A parte qualche persona di troppo che offre cocaina come se fossero caramelle, non c'e' niente di piu' bello di bere una birra al secondo piano di un bar che da' sulla strada e vedere la gente passeggiare di sotto, tra una giravolta e l'altra.
Turista ex-umanitario

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