Tre paia di pantaloni lunghi, due corti, sei magliette, due camicie, tre paia di scarpe, due felpe, un cappello, un mini-asciugamano superassorbente, una torcia frontale, coltellino svizzero, giacca a vento, cappello, saccoletto, mutande, calze, medicine, spazzolino, dentifricio, occhiali da sole, libro (Kafka), lettore Mp3, collezione di sudoku, quaderno e penne, documenti, biglietto aereo, macchina fotografica, soldi. I miei molteplici e possibili compagni di viaggio dovrebbero ormai esserci tutti o quasi. Per il momento accatastati alla rinfusa sul letto, in attesa del giudizio univoco e finale : chi viene e chi resta. Qualcuno potrà essere aggiunto all’ultimo momento in un eccesso di zelo e previdenza (non si sa mai…), qualche altro sarà depennato con rammarico per cause di forza maggiore perché o troppo pesante o troppo ingombrante.
Come un vecchio e acciaccato centravanti che aspetta il suo turno partendo dalla panchina conscio degli sprazzi di gioco e gioventú che puó ancora dare al suo pubblico, per uno in particolare è venuto il momento del riscatto. Il lungo viaggio è come una partita importante, ci si affida ai veterani. Non è piú il tempo di trolleys da fighetti, né di giganteschi bauli da emigrante (quelli dalla Tunisia devono ancora arrivare), né di valige Roncato Sfera per i viaggi metropolitani. E’ venuto il tempo proletario, il tempo dello zaino, che aspettava da ben due anno di sentirsi dire di iniziare a riscaldarsi. E’ ancora un po’ stordito e confuso. Sta pensando ai postumi di intervento articolare (cucitura rifatta dalla Pelletteria Fior) oppure a tutti gli sballottamenti che ha dovuto subire nei bus cambogiani o sui battelli in Laos. Forse non ha voglia di uscire da casa, sembra depresso, vuoto e fiacco, un po’ polveroso. Ma a chi dubita che ce la farà, io dico che di qui a domani sera sarà pieno, rotondo e con una voglia matta di salire sul tapis rouland del check in di Veneza.
Backpacker
Non sono molto avvezza di blog , ma diciamo che mi sento molto vicina a te in questo momento e seguiro le tue imprese con passione , grande bru ,anche io parto tra un 15 giorni il tuo racconto mi fa capire che è tra un sacco vorrei anche io essere quasi sul tapis roulant di charles de gaulle , e capisco anche che il mio viaggio rispetto al tuo è un mini week end! BUOOON VIAGGIOOO, ti seguiro con patos e magari ti daro notizie sul mio di viaggio , per i prossimi due mesi io solchero le strade e le paludi della thailandia, della cambogia e dell'india.uhuhuuhu baciiiii
RispondiEliminacarlotta
Vanno
RispondiEliminavengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono vere come il cervo
sembra che ti danno del finocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma del muflone
o del tamarro
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio le bambine
che giocano a stargli distante per tanti metri
Certe volte ti avvisano con rumore
mentre arrivano
e la mutanda si trema
e gli animali si stanno dritti
certe volte ti avvisano con odore
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano qualche giorno
che non vedi più il grigio e l'asfalto
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per uno vero
mille son farlocchi
e si mettono li tra noi e il treno
per lasciarci soltanto una voglia di spiaggia.