Per chi non si fosse mai svegliato alle cinque di mattina con Radiodue, e' un'esperienta che non consiglio, sia per l'ora insolita, sia per la programmazione atroce. L'ascolto e' durato solo qualche minuto, perche' alle 5.08 ero gia' nel parcheggio dove mi aspettava una tassista mestrina e logorroica a cui e' stato subappaltato il mio trasporto all'aeroporto.
Tra il semaforo della circonvallazione e la rotonda di Paese ho avuto un briefing dettagliato e minuziosissimo sui pro e i contro di essere tassisti per e da l'aeroporto. Mi ha anche detto, mentre accelerava e frenava bruscamente ogni due secondi in previsione di pericoli piu' immaginari che reali, che le donne tassiste sono molto meglio degli uomini - quasi tutti ex-camionisti - che in genere bestemmiano e non si lavano. Scopro anche che suo padre era camionista, dal che deduco che la doccia a casa loro non era di moda.
La tassista mi ha anche interrogato sulla destinazione, durata, motivi espliciti e impliciti del mio viaggio, nonche' su un'eventuale compagnia. Benche' un po' stupita dalla mia spiegazione, ha approvato la scelta, sottolineando come la cosa fosse impossibile per un lavoratore indipendente come lei. Ho evitato di esprimere il mio disaccordo temendo una feroce invettiva contro i vigili comunisti che mangiano i pneumatici.
L'aeroporto di Venezia era sonnolento e semi-vuoto. Non avendo il privilegio di passare mezz'ora al cechk-in e un'ora alla sicurezza, mi sono sciroppato due ora d'attesa semisdraiato su una poltroncina da fachiro, seguite da altre due ore abbondanti verso Madrid.
Tra tutti gli inspiegabili misteri del cosmo, quello che mi e' in assoluto piu' oscuro e' perche' tra due stati culturalmente, linguisticamente, gastronomicamente, vinicolmente, religiosamente e calcisticamente piuttosto simili come la Spagna e l'Italia, noi facciamo sempre la figura dei pezzenti. Invece del souk fatiscente e incasinato di Fiumicino (dove la posizione dei bagni e' un segreto tramandato tra pochi intimi e c'e' un giapponese che sta tentando da tre giorni di ordinare un cappuccino perche' tutti gli passano davanti urlando) c'e' uno splendore di vetrate, scale mobili funzionanti, ascensori, pannelli leggibili e anche - miracolo! - un numero di poltoncine proporzionale a quello dei passeggeri in partenza, benche' sempre modello fachiro.
Dopo circa 5 secoli, mi ritrovo a fare lo stesso percorso di Cristoforo Colombo, anche se con qualche vantaggio tecnologico in piu'. In comprenso non c'e' stata una grande evoluzione della qualita' dei pasti. Peggio, la qualita' delle hostess e' in inesorabile caduta libera. Dopo la KLM che impone calze opache che abbattono ogni sex appeal e dopo che la Lufthansa ha messo come prerequisito polpacci da terzino e fianchi da contadina moladava, la Iberia sembra aver dato il definitivo colpo di grazia: tutte le hostess assomigliano alla mamma sdi Brian di Nazareth nel film di Monty Python, mentre gli steward devono avere tutti avuto un passato da tassisti mestrini.
In compenso il tassista (vero) che mi porta da Guate ad Antigua non se la prende col tempo e col governo e mi porta a destinazione sano e salvo. Dopo ben 24 ore dopo la partenza riesco infine a dormire un po'.
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