domenica 4 luglio 2010

Adios Cartagena

Quando all'alba del terzo giorno lascio Cartagena, mi sembra di essere Jim Carrey nel film "The Truman Show", quando i personaggi - attori del reality show di cui e' ignaro protagonista - lo salutano ogni mattina con enormi sorrisi dicendo "buona mattina, e se non ci vediamo, buon pomeriggio e buonasera!". Il tassista sembra proprio contento della sua vita e mi interroga in uno slang costeño incomprensibile sulle meraviglie dell'Italia e sulla ragione di una tanto precoce uscita dal mondiale. La conclusione di tutta la discussione e' l'inevitabile "no hay mujeres mas lindas que las colombianas". Anche la signora che mi vende il biglietto del bus e' contenta di vedermi e nei pochi secondi necessari alla transazione e' come se fossimo amici da una vita. Infine, la donna che gestisce i bagni della stazione dei bus mi regala anche lei uno splendido sorriso e mi chiede - come se la cosa non fosse palese - "en que puedo ayudarla?"
La Colombia e' il peggiore incubo per i solitari inveterati. E' assolutamente impossibile evitare di parlare agli altri, perche' sono inevitabilmente loro a parlare a te. Durante il tragitto da Cartagena a Mompox, durante la lunga attesa per il ferry che ci fara' attraversare l'imponente rio Magdalena ingrossato dalle ultime piogge e su cui passano erbe acquatiche come fossero isole verdi, vengo "rimorchiato" da due ragazzi (si parla di calcio). Poi e' il turno di una signora e di sua figlia (turismo), poi di un impiegato del ferry (trasporti interurbani e trasporto fluviale di combustibile - a sua discolpa conversazione iniziata da me). A Mompox vengo accalappiato da due borrachos molto imbevuti di aguardiente, un liquore a base d'anice, che mi spiegano con grande enfasi che il calcio e' stato inventato in Olanda, ma che il Brasile vincera' la coppa del mondo, anzi l'ha gia' vinta. Sempre a Mompox, mentre faccio la fila al bancomat mi parlano in tre: una ragazza (interessata al tema "le donne italiane"), un ragazzo (comparazione tra Italia e Colombia) e un signore (bellezza di Mompox e aspetti negativi di Cartagena).
Se a inizio giornata mi sono sentito in un film, a sera mi sembra di essere in un libro. Mompox e' la citta' in cui e' ambientata "Cronaca di una morte annunciata". Le sue incredibili case coloniali, dimenticate sulla sponda di un fiume che scorre indifferente, non potevano che ispirare una storia decadente: fin dal titolo si capisce come andra' a finire. Per quanto trovi Garcia Marquez geniale, piu' conosco la Colombia e piu' capisco che invece di un inventore di sogni e' stato un sagace osservatore di una realta' intrinsecamente onirica e teneramente surreale.
Macondo

Nessun commento:

Posta un commento