In portoghese la pubblicitá si chiama ¨propaganda¨. In questi giorni é impossibile accendere la televisione brasiliana senza imbattersi in raffiche di spot elettorali di candidati a Presidente, Governatore, Deputato federale o Deputato statale. Immagini di futuri raggianti o di presenti giá migliori si sovrappongono a vecchietti sorridenti che hanno ritrovato la felicitá grazie questo o a quel progetto. Rispetto alla vacua rumorositá della politica nostrana, qui incredibilmente si parla di programmi, si sentono parole in Italia da decenni dimenticate: sanitá, educazione, trasporto, lavoro. A differenza che da noi, non volano insulti, né provocazioni, né accuse. Sembra che oltre che a essere numericamente una delle democrazie piú grandi del mondo, il Brasile sia anche una delle migliori, qualitativamente parlando.
Di tutti gli spot preferisco quelli di candidati locali, quelli meno abituati alle telecamere, che abbozzano dei sorrisi poco convincenti e mostrano mani con il pollice alzato (tudo bem!). Lo spot piú tenero é in assoluto quello del partito comunista, che inizia sulle note dell´Internazionale e - con vero sprezzo di ogni anacronismo - parla di sfruttamento capitalistico e di borghesia parassitica (la rivoluzione appare solo in forma metaforica). I due candidati sembranno appena usciti dalla formalina, grigi e tristi come un manifesto sovietico sbiadito. In sovraimpressione una falce e martello formato famiglia. Lo spot sfuma di nuovo sulle note dell´Internazionale.
Lula é onnipresente, benché non possa ricandidarsi di nuovo. Se potesse, sarebbe rieletto in un microsecondo. Sembra essere riuscito a far contenti ricchi e poveri, destrorsi e sinistrorsi. La Dilma, la sua delfina, fa tutta la campagna elettorale nel segno della continuitá di governo e non si stacca di un millimetro dalla politica di Lula. Sembra pagare a livello di consensi perché da giugno - mese in cui era un punto sotto al suo opponente Serra - ad agosto ha preso dieci punti di vantaggio, con un divario che si fa piú grande ogni giorno di piú.
Nonostante la corruzione cronica e i disservizio del settore pubblico, a guardare la campagna elettorale brasiliana si ha l´impressione che la gente creda ancora nella politica e che abbia una genuina fiducia nel futuro. Sono contento per loro e anche molto invidioso.
Res Publica
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