Uno dei piaceri di spostarsi da un posto all'altro e' anche quello di rivenire sui propri passi. Ritornare in una citta' che si e' gia' vista e' come mettersi le ciabatte quando si torna a casa. Non c'e' piu' quell'inevitabile leggera ostilita' di un posto che non si conosce. Ci si muove per le strade senza cartina, senza dover chiedere alla gente, senza quell'aria di smarrimento un po' patetica da animale zainato fuori dal suo territorio.
Latacunga secondo le guide dell'Ecuador e' un posto per passarci una notte. Invece ha un suo fascino discreto e persistente anche la seconda volta che ci passo. Senza bisogno di fare foto o guardarmi troppo intorno cammino senza fretta per le strade affollate, passando tra banchi di frutta, carne, spezie e negozi di barbieri. Ascolto le grida dei venditori di dentifrici, pennarelli per CD e addirittura vestitini decorati per cani (con tanto di barboncino bianco a fare da modello). Mangiare al mercato, tra gente che passa e gocce di pioggia mischiate a raggi di sole. Fermarsi a vedere lo spettacolino di musica tradizionale di due cantanti microfonate. Tornare a vedere la chiesa bianca e deserta. Cercare un internet cafe' per scrivere il blog.
Flashback
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