La Galeria Heroes y Martires di Esteli, citta' del nord del Nicaragua, e' uno stanzone semibuio dedicato ai caduti della rivoluzione sandinista. Appesi ai muri, senza ordine apparente, ci sono foto di Che Guevara e Fidel castro, pagine di giornali d'epoca, fogli dattiloscritti che riportano la cronologia della guerra, ritratti su tela, oggetti, vestiti, armi e molte foto sbiadite in bianco e nero di ragazzi con sotto il nome e in alcuni casi una data. Una signora di una sessantina d'anni entra in silenzio e si ferma davanti ad una foto, la accarezza come si fa al cimitero, poi se ne va. Su uno dei fogli dattiloscritti si fa riferimento alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia Nicaragua v. USA (1986), che e' apparsa a piu' riprese durante i miei studi. Per me era imprtante perche' stabiliva - tra varie cose - la natura consuetudinaria dei principi contenuti nell'articolo 3 comune delle Convenzioni di Ginevra (detta in altri termini "ragazzi siate umani e non fate porcate"), qui invece e' una vittoria e una rivendicazione politica, anche se un po' ingiallita dal tempo.
Vicino ad Esteli c'e' Miraflor, una zona agricola che e' anche zona protetta. Attraverso i servizi della cooperativa di produttori trovo un posto per dormire (casetta di legno, letti distruggi-schiena, latrina nel cortile, secchio d'acqua gelida per lavarsi). Trovo anche una guida che -oltre a farmi vedere un fiume marrone e due cascate con poca acqua - mi parla dei "mojados", ovvero gli immigrati clandestini negli Stati Uniti, l'ex nemico tanto agognato. Dalla zona di Miraflor sono partiti in tanti in cerca di fortuna, molti vendendo o impegnando la terra per pagarsi il viaggio e sperare di trovare un lavoro in nero nell'edilizia, molti respinti alla frontiera e tornati indietro senza niente.
La sera, dopo cena, la signora che mi ospita si siede a chiaccherare. Parla degli uomini che sono partiti a lavorare e che non possono tornare. Non mi dice che non vede suo marito da cinque anni. In compenso mi parla di come la sua famiglia (padre salvadoregno e madre honduregna) sia arrivata in Nicaragua nel 1969, anno della "Guerra del Futbol" tra Honduras e San Salvador, ovvero il breve conflitto scoppiato in seguito ad una partita di qualificazione al mondiale finita male. Non potendo restare in Honduras a causa della nazionalita' del padre, hanno dovuto scegliere tra il Guatemala e il Nicaragua. Scegliendo il secondo hanno avuto diritto ad assistere, senza pagare il biglietto, a qualche incursione dei Contras negli anni '80.
El Gato Diaz
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